articolo Famiglia Famiglia
Fine alla violenza contro donne e bambine: un traguardo definitivo. freccedomenica 15 settembre 2013

Donne maltrattate, bambine che scappano di casa per sfuggire da un matrimonio combinato e al quanto prematuro, altre che invece si sposano, per mancanza di coraggio e di appoggio da parte della propria famiglia. Queste sono le notizie che ultimamente si sentono e leggono con maggior frequenza, soprattutto da parte del Paese indiano. In particolare, secondo alcuni dati statistici, la mortalità infantile in India, al momento, è del 44,6 %, in diminuzione se si prende in considerazione l’anno 2000 dove era del 64,% ma in aumento rispetto al 2009 in cui si presentava con una frequenza pari al 30,15.

Ad ogni modo, i decessi riguardano specialmente le bimbe, e questo perché fanno parte di quella categoria di individui vulnerabili più soggetti a discriminazione. Le bambine indiane muoiono per malnutrizione, mancanza di igiene, malattie come la polmonite e dissenteria che per noi sembrano facilmente curabili, ma per un Paese in Via di Sviluppo come l’India, possono risultare dei veri “killer”. Di fatti, nei Pvs la situazione sanitaria non è minimamente paragonabile a quella dei paesi europei colpiti in misura maggiore dalla crisi, e alle adolescenti viene spento il sorriso, il dolce sguardo e l’intera esistenza, anche dalle violenze subite durante i matrimoni precoci.

Ciò si verifica soprattutto nelle campagne, dove il tenore di vita è nettamente inferiore al contrario dei centri urbani nei quali il Prodotto Interno Lordo (Pil) dovrebbe risultare in aumento. Tuttavia, purtroppo, è una condizione analoga a tanti paesi, poveri e ricchi. Quante volte leggiamo sui giornali di bambine che hanno perso per sempre la possibilità di crescere, sbagliare e ridere. Quante donne hanno subito brutalità nei momenti meno aspettati, suscitando rabbia, sdegno e irritazione. Il genere femminile ha subito un mutamento: da casalinga, a donna in carriera; da moglie dedita al proprio marito, a essere libero e indipendente.

Si è raggiunto l’apice con il diritto di voto esteso alle donne nel 1948 e la legge sul divorzio (immessa nell’ordinamento giuridico italiano nel 1970), che ha garantito libertà di scelta ed espressione non solo all’uomo. Nel 1979 venne adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite la Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna (CEDAW) ed entrò in vigore nel 1981, ma con scarsi risultati. Al giorno d’oggi infatti, stiamo assistendo alla più grande violazione di tale Convenzione, perché donne e bambine vengono derise, escluse, umiliate. Tutto questo non è semplicemente scorretto da un punto di vista sociale, morale e culturale.

Ad ogni donna alla quale si calpesta il corpo, le viene schiacciato anche il cuore, le viene tolta l’anima, le viene privato l’essere donna. Dove sono gli uomini protettivi, sensibili, quelli che rispettano le bambine non invadendone la loro fanciullezza e ingenuità, quelli che apprezzano le proprie compagne così come sono, accettandone i difetti e esaltandone i pregi, dimostrando il loro amore con piccoli gesti, dolci e affettuosi? Fortunatamente esistono e allora, visto che i governi, le istituzioni, le onlus, e le organizzazioni internazionali non bastano per far cessare completamene la situazione, fatevi avanti e portate il buono esempio, perché la fine della violenza contro le donne e le bambine deve essere un traguardo definitivo, e non solo un’ipotesi astratta.
©  RIPRODUZIONE RISERVATA

Beatrice  Casella - vedi tutti gli articoli di Beatrice  Casella



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Ad ogni modo, i decessi riguardano specialmente le bimbe, e questo perché fanno parte di quella categoria di individui vulnerabili più soggetti a discriminazione. Le bambine indiane muoiono per malnutrizione, mancanza di igiene, malattie come la polmonite e dissenteria che per noi sembrano facilmente curabili, ma per un Paese in Via di Sviluppo come l’India, possono risultare dei veri “killer”. Di fatti, nei Pvs la situazione sanitaria non è minimamente paragonabile a quella dei paesi europei colpiti in misura maggiore dalla crisi, e alle adolescenti viene spento il sorriso, il dolce sguardo e l’intera esistenza, anche dalle violenze subite durante i matrimoni precoci.

Ciò si verifica soprattutto nelle campagne, dove il tenore di vita è nettamente inferiore al contrario dei centri urbani nei quali il Prodotto Interno Lordo (Pil) dovrebbe risultare in aumento. Tuttavia, purtroppo, è una condizione analoga a tanti paesi, poveri e ricchi. Quante volte leggiamo sui giornali di bambine che hanno perso per sempre la possibilità di crescere, sbagliare e ridere. Quante donne hanno subito brutalità nei momenti meno aspettati, suscitando rabbia, sdegno e irritazione. Il genere femminile ha subito un mutamento: da casalinga, a donna in carriera; da moglie dedita al proprio marito, a essere libero e indipendente.

Si è raggiunto l’apice con il diritto di voto esteso alle donne nel 1948 e la legge sul divorzio (immessa nell’ordinamento giuridico italiano nel 1970), che ha garantito libertà di scelta ed espressione non solo all’uomo. Nel 1979 venne adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite la Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna (CEDAW) ed entrò in vigore nel 1981, ma con scarsi risultati. Al giorno d’oggi infatti, stiamo assistendo alla più grande violazione di tale Convenzione, perché donne e bambine vengono derise, escluse, umiliate. Tutto questo non è semplicemente scorretto da un punto di vista sociale, morale e culturale.

Ad ogni donna alla quale si calpesta il corpo, le viene schiacciato anche il cuore, le viene tolta l’anima, le viene privato l’essere donna. Dove sono gli uomini protettivi, sensibili, quelli che rispettano le bambine non invadendone la loro fanciullezza e ingenuità, quelli che apprezzano le proprie compagne così come sono, accettandone i difetti e esaltandone i pregi, dimostrando il loro amore con piccoli gesti, dolci e affettuosi? Fortunatamente esistono e allora, visto che i governi, le istituzioni, le onlus, e le organizzazioni internazionali non bastano per far cessare completamene la situazione, fatevi avanti e portate il buono esempio, perché la fine della violenza contro le donne e le bambine deve essere un traguardo definitivo, e non solo un’ipotesi astratta.
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